La SEO per il 2022: consigli e dati analizzati

Hanno fatto dei test e hanno scoperto che la SEO per il 2022 potrebbe riservare delle sorprese per gli utenti!
Ultima modifica il 15 Ottobre 2023

Il portale Backlinko ha analizzato i risultati di ricerca di Google per verificare quali fattori sono effettivamente correlati con il posizionamento sui motori di ricerca. I risultati potrebbero influenzare le tecniche SEO per il 2022 e in generale l’approccio al posizionamento. L’indagine ha rilevato interessanti correlazioni (e non cause, attenzione) che dovrebbero farci riflettere sul search engine marketing.

Ricordo comunque che Google è in continua evoluzione e che ciò che va bene quest’anno potrebbe non andare bene il prossimo oppure avere un peso differente. La cosa importante, in fin dei conti, è fornire dei contenuti di qualità che siano utili per gli utenti.

I risultati in breve

  1. L’autorità globale dei link di un sito è fortemente correlata a posizionamenti più elevati.
  2. Le pagine con molti backlink si posizionano sopra le pagine che non ne hanno altrettanti.
  3. Contenuti esaustivi con un elevato “valore del contenuto” ricevono risultati significativamente superiori a quelli che trattano un argomento in modo non approfondito.
  4. Non sembra esserci correlazione tra la velocità di caricamento della pagina e il ranking di Google.
  5. Ottenere backlink da più siti diversi sembra essere importante nella SEO per il 2022. Hanno scoperto che il numero di domini collegati a una pagina ha una correlazione con il posizionamento.
  6. La maggioranza dei title tag in Google corrisponde alla parola chiave per cui si posizionano. Tuttavia, non è stata trovata correlazione tra l’utilizzo di una parola chiave nel title tag e il posizionamento più alto.
  7. L’autorità della pagina è debolmente correlata con il ranking.
  8. Pare che il numero di parole sia uniformemente distribuito tra i primi 10 risultati. Il risultato della prima pagina di Google contiene mediamente 1.447 parole.
  9. Le dimensioni della pagina HTML non hanno alcuna correlazione con il posizionamento.
  10. Hanno trovato una leggera correlazione tra lunghezza dell’URL e il ranking. Gli URL brevi tendono ad avere un leggero vantaggio di posizionamento rispetto a quelli più lunghi.
  11. I dati mostrano che l’uso dello Schema Markup non è correlato a posizionamenti superiori.
  12. I siti con un tempo di permanenza superiore alla media tendono a posizionarsi più in alto nella SERP.

Le tecniche seo che adotti sul tuo portale rispettano questi risultati? Vediamo nel dettaglio cosa comportano e come interpretare i dati raccolti da Backlinko.

1. Domini autorevoli tendono a posizionarsi più in alto

Backlinko ha scoperto che l’autorità globale dei collegamenti di un sito (misurata utilizzando la Domain Rating di Ahrefs) è in stretta correlazione a posizionamenti sulla prima pagina nelle posizioni più alte:

Seo 2020 - posizionamento autorità

E in generale, la valutazione media del dominio aumenta in base alla posizione SERP.

In altre parole: più in alto vai nella prima pagina, più alto è il Domanin Rating. In effetti, l’autorità generale di un sito ha una correlazione più forte con le classifiche rispetto all’autorità della pagina stessa.

Cosa ricordare:

Domani Rating più elevati sono correlati a posizionamenti più alti nella prima pagina di Google. Pertanto, i domini presentano un vantaggio significativo nelle SERP.

Uno dei risultati più interessanti di questa analisi è che pochissime pagine hanno backlink. Hanno verificato che circa il 95% di tutte le pagine ha zero backlink.

Numero di Backlink per sito

Questa scoperta è in linea con un’altra analisi effettuata da Backlinko-BuzzSumo su 912 milioni di post di blog che ha rilevato che il 94% di tutti i contenuti ha zero backlink.

Non a caso, è stato scoperto che le pagine con il maggior numero di backlink totali tendevano a posizionarsi meglio su Google. In media i risultati in prima posizione hanno 3,8 volte più backlink rispetto a chi si posiziona tra le posizioni 2 e 10.

Numero di backlink per la prima posizione

Cosa ricordare:

Anche se Google continua ad aggiungere novità al suo algoritmo, sembra che i backlink rimangano un fattore di indicizzazione fondamentale anche per la SEO per il 2022.

3. Contenuti esaustivi sono fortemente correlati con posizionamenti elevati

Molti esperti SEO affermano che i contenuti completi funzionano meglio in Google. Questo significa che il contenuto che copre un intero argomento in una singola pagina potrebbe avere una relazione diretta o indiretta con le classifiche.

A Backlinko hanno quindi deciso di mettere alla prova questo presupposto. In particolare, hanno eseguito un sottoinsieme del loro set di dati URL da 11,8 milioni di unità tramite lo strumento di analisi del contenuto Clearscope.io. L’analisi ha trovato una chiara correlazione tra “content garde” (voto del contenuto) e posizionamenti SERP sia nei risultati desktop che mobili.

Addirittura, osservando i primi 30 risultati, aumentare il voto dei contenuti di 1 si avvicina all’aumento delle classifiche di una posizione. Il che suggerisce una relazione significativa.

Comunque, non è chiaro se il contenuto completo abbia un impatto diretto sulle classifiche. È possibile che Google abbia una preferenza intrinseca per i contenuti che ritiene completi, oppure potrebbe essere che gli utenti siano più soddisfatti dei risultati di ricerca che danno una risposta completa alla loro query.

Poiché si tratta di uno studio di correlazione, è impossibile determinare il motivo alla base di questa relazione solo dai nostri dati.

Cosa ricordare:

Scrivere contenuti completi e approfonditi può aiutare le pagine a posizionarsi più in alto su Google. Non dovrebbe stupire, in realtà, Google punta sulla qualità dei contenuti da tempo, tanto che ormai la SEO è tutta orientata all’aumento della qualità dell’esperienza utente e quindi dell’esaustività dei contenuti. Questo significa pubblicare testi facili da leggere che forniscano le informazioni che i visitatori si aspettano.

4. La velocità di caricamento non ha una correlazione con il ranking

Google utilizza la velocità del sito come segnale ufficiale di classifica dal 2010, e l’aggiornamento più recente di Google relativo alla velocità (Speed ​​Update del 2018) è stato progettato per fornire agli utenti di dispositivi mobili pagine a caricamento più rapido.

Tuttavia, la domanda resta: La velocità del sito è correlata al posizionamento?

Da Backlinko hanno utilizzato la velocità del dominio di Alexa per analizzare il tempo medio di caricamento di 1 milione di domini. Quindi, non hanno misurato direttamente la velocità di caricamento delle singole pagine. Hanno semplicemente esaminato la velocità media di caricamento nell’intero dominio.

Nel complesso non è stata trovata correlazione tra la velocità del sito e il posizionamento di Google:

Velocità di caricamento, tecniche seo 2020


A prima vista, questa scoperta potrebbe essere una sorpresa. Dopotutto, la velocità ​​è un segnale di posizionamento confermato, ti aspetteresti che le pagine più veloci superino generalmente quelle più lente.

Tuttavia, i dati dipingono un’immagine diversa. E quando scavi un po’ a fondo, questa mancanza di relazione ha senso. Per farla breve, l’algoritmo di Google sembra eseguire il downrank di pagine estremamente lente rispetto a quelle più veloci.

L’analisi di Backlinko ha rilevato che la velocità media di caricamento per un risultato della prima pagina è di 1,65 secondi. Una precedente analisi della velocità dei siti aveva rilevato che il caricamento medio della pagina era tra i 10 secondi sul desktop e 27 secondi sul caricamento su dispositivo mobile.

Rispetto a quei dati, una velocità di caricamento media di 1,65 secondi è estremamente veloce, e poiché i primi 10 risultati tendono a caricarsi in modo relativamente rapido, non sembrano essere influenzati dagli aggiornamenti di velocità di Google.

Cosa Ricordare:

il risultato medio della prima pagina di Google viene caricato in 1,65 secondi. Tuttavia, non sono state trovate correlazioni tra la velocità del sito e il posizionamento nella SERP. Quindi, per le tecniche SEO per il 2022, teniamo a mente che la velocità potrebbe non essere tra i fattori su cui puntare.

Ottenere backlink multipli dallo stesso dominio sembra che abbia rendimenti decrescenti. Sembra che sia meglio ottenere 10 collegamenti da 10 siti diversi rispetto a 10 collegamenti dallo stesso dominio. L’analisi di cui stiamo parlando sembra verificare questa ipotesi.

Hanno scoperto che la diversità del dominio ha un impatto sostanziale sulle classifiche. 

Numero di domini e di Backlink

I risultati migliori tendono ad avere più domini collegati rispetto a quelli verso il fondo della prima pagina.

Cosa Ricordare:

ottenere collegamenti da un gruppo diversificato di domini sembra essere importante per la SEO per il 2022.

6. La maggior parte dei title tag sulla prima pagina contiene parole chiave che corrispondono alla ricerca

Sin dai primi tempi dei motori di ricerca, il title tag è stato considerato il più importante elemento SEO on-page. È anche un ottimo motivo per orientarsi verso la conoscenza dell’HTML ai fini delle tecniche seo e di tecniche di search engine marketing. Se non sai di cosa sto parlando, probabilmente dovresti aggiornarti sull’HTML per apprezzare questa parte.

Il title tag offre alle persone (e ai motori di ricerca) una panoramica dell’argomento generale della tua pagina. Per questo, le parole che vi compaiono dovrebbero avere un impatto significativo sulle classifiche. In effetti, la Guida introduttiva per l’ottimizzazione dei motori di ricerca di Google consiglia di scrivere title tag che descrivono bene di cosa tratta quella pagina.

È stato verificato che la maggior parte dei title tag sulla prima pagina di Google contengono la parola chiave per cui sono classificati, tutta o in parte.

Mentre la maggior parte delle pagine che classificano per una parola chiave hanno quella parola chiave nel loro title tag, il title tag, anche se ottimizzato per le parole chiave non sembra correlarsi con classifiche più alte nella prima pagina.

title tag ottimizzati per le parole chiave

Sembra che un title tag ricco di parole chiave possa aiutarti a raggiungere la prima pagina, ma una volta che sei nella prima pagina, l’utilizzo della parola chiave esatta nel tuo titolo non sembra aiutarti a scalare la classifica.  È qui che altri fattori (come i backlink, indizi di esperienza utente e l’autorità di dominio) sembrano svolgere un ruolo importante.

Cosa ricordare:

le pagine nei primi 10 risultati di Google contengono dal 65% all’85% delle parole chiave per le quali sono classificate nel loro title tag. Tuttavia, è stato trovata pochissima correlazione tra title tag ottimizzati e ranking più elevate nella SERP. Niente di nuovo, quindi, per la SEO per il 2022, che si dimostra essere comunque composta da moltissimi fattori.

Postilla: i tag H1 ottimizzati per parole chiave non coincidono con classifiche della prima pagina più elevate

Simile ai risultati del title tag, la maggior parte delle pagine nei risultati di Google ha una parola chiave nel tag H1 della pagina. Eppure, gli H1 con corrispondenza per le parole chiave non hanno sostanzialmente alcuna relazione con classifiche di Google più alte.

Cosa ricordare:

come con l’ottimizzazione del title tag, gli H1 possono essere un fattore che può aiutarti a raggiungere la prima pagina di Google. Tuttavia, gli H1 ricchi di parole chiave potrebbero non essere abbastanza potenti da farti scalare i risultati della prima pagina.

7. La classificazione URL (Domain Authority) ha una leggera correlazione con posizioni più alte

Oltre alla valutazione del dominio intero, Backlinko a voluto rispondere alla domanda: L’autorità generale di collegamento di una pagina influenza le classifiche?

In altre parole: è più importante ottenere backlink a una pagina specifica? Oppure è più importante l’autorità di dominio globale?

Si è scoperto che la classificazione e il posizionamento erano direttamente proporzionali, ma con una relazione di poca importanza.

Page rank e posizionamento

In particolare, le pagine classificate tra le prime 6 hanno un punteggio leggermente superiore (12) rispetto alle pagine che classificano 7-10 (11).

Tuttavia, questa correlazione non era così forte come l’impatto della classificazione del dominio di un sito sulle classifiche. Nel complesso, la maggior parte delle classificazioni degli URL sono simili tra le prime 10.

In generale, in tutte le pagine del set di dati, è stato riscontrato che la valutazione media di un risultato della prima pagina sulla SERP era 11.2.

Cosa ricordare:

la link authority di ogni singola pagina del sito sembra avere un impatto relativamente piccolo sulle classifiche rispetto all’autorità di dominio globale del tuo sito. Bisogna quindi puntare ad avere backlink per il dominio per la SEO per il 2022? Sembrerebbe di sì.

8. Il conteggio medio delle parole di un risultato nella prima pagina di Google è 1.447

I long form superano i blog post da 300 parole? Altri studi di settore, come questo, hanno scoperto che un contenuto più lungo tende ad accumulare più backlink rispetto ai blog post più brevi. Ne ho parlato anche io in un articolo specifico.

In effetti, sembra che i contenuti che si posizionano su Google tendono ad essere piuttosto lunghi. Generalmente, il conteggio medio delle parole di un risultato nella top 10 della SERP è di 1.447 parole. Tuttavia, nonostante il fatto che i contenuti long form tendano ad essere i migliori per la creazione di collegamenti, non abbiamo trovato alcuna relazione diretta tra il conteggio delle parole e il posizionamento.

Lunghezza del contenuto nella seo 2020

Ciò può essere dovuto al fatto che, come con i title tag ottimizzati, i contenuti long form possono aiutarti a raggiungere la prima pagina, ma non ti aiuteranno una volta arrivato lì.

Cosa ricordare:

le pagine con un numero di parole elevato sembrano avere la stessa possibilità di posizionarsi molto bene nella prima pagina rispetto alle pagine con un conteggio inferiore. Il conteggio medio delle parole di un risultato della prima pagina di Google è 1.447 parole. Come spesso viene detto, anche su questo blog, la qualità di un contenuto non si può ridurre al numero delle sue parole. Questo sembra particolarmente vero per la SEO per il 2022.

La cosa migliore è sempre tenere a mente il lettore, i suoi bisogni e voglie, e fornirgli un contenuto che li soddisfi al meglio, sia nel contenuto che nella forma.

9. La dimensione della pagina HTML non ha alcuna relazione con il ranking

Avere una pagina snella (in termini di byte totali) influisce sul posizionamento di Google? Secondo questa analisi, no.

Non sono state trovate correlazioni tra dimensioni della pagina e posizionamento.

Dimensioni della pagina html

Tuttavia, secondo le pagine della nostra analisi, le dimensioni della pagina non possono essere legate alle classifiche.

Cosa ricordare:

le dimensioni della pagina non sembrano avere un impatto sulle classifiche di Google. Quando valuti le tue tecniche SEO per il 2022, quindi, non ti fare troppi problemi per la pesantezza delle tue pagine. Pensa alla velocità, piuttosto.

10. Gli URL brevi tendono a posizionarsi leggermente meglio

Google consiglia di utilizzare “URL semplici” e sconsiglia specificamente gli URL “estremamente lunghi”.

Tuttavia, questi consigli sembrano essere più orientati all’ottimizzazione degli URL per l’esperienza dell’utente rispetto alla SEO.

Da Backlinko hanno scoperto che gli URL brevi si posizionano al di sopra di quelli lunghi. In particolare, gli URL nella prima posizione sono in media 9,2 caratteri più corti degli URL nella decima posizione. Inoltre, la lunghezza media dell’URL per i primi 10 risultati in Google è di 66 caratteri. Nel complesso, la maggior parte degli URL sulla prima pagina della SERP hanno approssimativamente la stessa lunghezza (da 40 a 100 caratteri).

Gli URL brevi possono migliorare la SEO per diversi motivi.

  1. Innanzitutto, gli URL brevi possono portare a un CTR organico più elevato. In effetti, lo studio CTR organico su larga scala ha scoperto che gli URL brevi hanno un CTR più elevato rispetto agli URL lunghi.
  2. In secondo luogo, URL brevi possono aiutare Google a capire di cosa tratta la tua pagina.
    Ad esempio, un breve URL come planbproject.it/post è più facile da comprendere per Google rispetto a planbproject.it/1/12/2022/blog/category/questo-e-il-titolo-completo-dell-articolo/
  3. Infine, un lungo URL tende a puntare a una pagina che dista diversi click dalla home page. Di solito significa che c’è meno authority che scorre su quella pagina. Meno autorità significa classifiche più basse.

Da ricordare:

URL più brevi hanno una correlazione con classifiche più alte. L’URL medio sulla prima pagina di Google è lungo 66 caratteri.

11. Non esiste alcuna correlazione tra Schema Markup e posizionamento

Negli ultimi anni si è detto molto sullo Schema Markup nella comunità SEO. Google stesso è stato vago sull’impatto dello Schema sulle classifiche.

Molti credono che lo Schema Markup dia ai motori di ricerca una migliore comprensione del significato dei tuoi contenuti. Questa comprensione più profonda li incoraggerebbe a mostrare il tuo sito a più persone.

Molti siti utilizzano Schema per ottenere rich snippet nelle SERP. Tuttavia, nonostante questi potenziali benefici, sembra che solo il 72,6% delle pagine della prima pagina di Google utilizza Schema.

E, secondo questa analisi, la presenza di dati strutturati non aveva alcuna relazione con le classifiche di Google.

Cosa ricordare:

l’utilizzo del markup Schema può avere il suo scopo. Ma non è direttamente correlato a posizionamenti più alti per la SEO per il 2022. Personalmente spero che in futuro questo cambi, perché le informazioni che di possono aggiungere con lo Schema Markup sono molto importanti per l’accessibilità.

12. Un tempo di permanenza superiore alla media tende a posizionarsi più in alto

Molte persone nel mondo SEO hanno ipotizzato che Google utilizzi alcuni indizi dell’esperienza utente (come frequenza di rimbalzo, tempo sul sito, percentuale di clic organica e pogosticking) come fattori di classificazione.

Per testare questa teoria, è stato eseguito un sottoinsieme di domini dai set di dati tramite Alexa per determinare il tempo di permanenza dell’intero sito. Si è quindi cercato di verificare l’esistenza di una correlazione tra il tempo sul sito e le classifiche di Google della prima pagina.

Tempo sul sito

In particolare, da Backlinko hanno scoperto che il tempo sul sito è fortemente correlato con ranking più elevati. In generale, il tempo medio sul sito per un risultato della prima pagina di Google è di 2,5 minuti.

 

Correlazione indiretta

Tieni presente che il dato non suggerisce che il tempo sul sito abbia una relazione diretta con classifiche più alte.

Ovviamente Google potrebbe usare qualche dato come il tempo sul sito o la frequenza di rimbalzo come fattori di ranking (anche se in precedenza lo avrebbe negato).

Ma potrebbe anche essere che contenuti di alta qualità mantengano le persone più coinvolte. Pertanto, un tempo sul sito elevato è un sottoprodotto di contenuti di alta qualità, che Google misura e valuta.

Cosa ricordare:

il tempo medio sul sito per un risultato della prima pagina di Google è di 2,5 minuti. I contenuti di qualità sembrano essere di grande importanza ancora per la SEO per il 2022.

Conclusioni

Le analisi svolte da Backlinko e che qui ho riportato traducendole per te e aggiungendo qualche piccolo commento, sono molto importanti e mostrano correlazioni (e non cause!) da tenere a mente.

Nelle strategie di search engine marketing, hai considerato di implementare soluzioni in linea con i risultati di questa analisi per la SEO del 2022 sul tuo sito? Ci sarebbe ancora moltissimo da trattare, per sapere cosa fare per ottimizzare il tuo sito, ma intanto questi risultati possono darti un’ottima direzione da seguire.

Qualità, velocità e cura per l’esperienza utente si confermano, ancora una volta i punti forti per le tecniche seo da applicare sulle nostre pagine.

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