Uno dei temi con cui mi scontro più spesso con i miei clienti è la SEO. L’ottimizzazione per i motori di ricerca è molto spesso fraintesa da molti proprietari di siti. Ci sono persone che, seguendo quello che dicono i plugin per WordPRess SEO, pretendono di aver fatto tutto quello che serve per ottimizzare il posizionamento.
Non è affatto così. I plugin SEO non aiutano il posizionamento solo perché ci sono, forniscono invece delle informazioni preziose che possono essere utilizzate per migliorare i propri contenuti, e quindi il posizionamento.
Confuso? In questo articolo cercherò di fare chiarezza su cosa sia la SEO e come possiamo utilizzarla per posizionare meglio il nostro sito nei risultati di Google.
Disclaimer: Tra non molto parlerò di WordPress SEO per indicare le tecniche e metodologie che possiamo applicare a un sito WordPress. Vorrei però specificare che non esiste una SEO specifica per WordPress. L’ottimizzazione può essere fatta su ogni sito seguendo gli stessi canoni.
Cos’è la SEO?
SEO sta per Search Engine Optimization, che è la pratica di aumentare la quantità e la qualità del traffico verso il tuo sito web attraverso i risultati organici dei motori di ricerca.
Per capire il vero significato di SEO, scomponiamo questa definizione e osserviamo le sue parti:
- Qualità del traffico. Puoi attirare tutti i visitatori del mondo, ma se vengono al tuo sito perché Google dice loro che sei una risorsa per i computer Apple quando in realtà sei un contadino che vende mele, questo non è traffico di qualità. Invece, è meglio attirare i visitatori che sono genuinamente interessati ai prodotti che offri.
- Quantità di traffico. Una volta che hai le persone giuste che cliccano dalle pagine dei risultati dei motori di ricerca (SERP), più traffico è meglio.
- Risultati organici. Gli annunci costituiscono una parte significativa di molte SERP (Search Engine Result Page, ovvero la pagina dei risultati di ricerca). Il traffico organico è qualsiasi traffico che non si deve pagare.
Si potrebbe pensare a un motore di ricerca come a un sito web che si visita per digitare una domanda in una casella (la chiave di ricerca o keyword) e questo risponde magicamente con una lunga lista di link a pagine web che potrebbero potenzialmente rispondere alla vostra domanda.
Questo è vero. Ma vi siete mai fermati a considerare cosa c’è dietro quelle magiche liste di link (SERP)?
Ecco come funziona: Google (che viene usato nel 92.18% delle volte) ha un crawler che va per il web e raccoglie informazioni su tutti i contenuti che può trovare. I crawler riportano tutti questi dati al motore di ricerca per costruire un indice. Quell’indice viene poi alimentato attraverso un algoritmo che cerca di far combaciare tutti quei dati con la richiesta effettuata, o meglio con l’intento della richiesta.
Ci sono molti fattori che entrano nell’algoritmo di un motore di ricerca. Un gruppo di esperti ha classificato la loro importanza. Prima di mostrarti i dati, però, è bene fare attenzione al fatto che Google non ha mai rilasciato in modo chiaro quali siano le regole usate per indicizzare i siti. Gli esperti di SEO le hanno dedotte col tempo, facendo prove e incrociando i dati con le dichiarazioni generiche di Google. La SEO non è una scienza esatta.
Ma ecco la classificazione degli esperti per macro aree tematiche:
- Livello del dominio, caratteristiche dell’autorità dei link – 20.94%
Quantità di link che puntano al dominio, affidabilità/qualità dei link, PageRank del dominio, etc. - Caratteristiche dei link sulla pagina – 19.15%
PageRank, TrustRank, quantità dei link, distribuzione del testo dei link, qualità delle fonti dei link, etc. - KW della pagina e del contenuto – 14.94%
TD*IDF, punteggi basati sui contenuti, quantità e rilevanza del contenuto, etc. - Caratteristiche del contenuto della pagina (non KW) – 9.8%
Lunghezza del contenuto, leggibilità, unicità, velocità di caricamento, etc. - Caratteristiche del brand a livello dominio – 8.59%
Uso offline del nome del brand, menzioni del brand/dominio nei media, associazione ad altri brand, etc. - Utenti, Uso e traffico sul sito – 8.06%
Traffico, segnali di utilizzo da browser, toolbar o clickstream, quantità delle ricerche, diversità e CTR delle ricerche, etc. - Metriche Social – 7.24%
Quantità e qualità delle condivisioni sui social, etc. - KW a livello del dominio – 6.98%
Dominio exact match o parziale, etc. - Caratteristiche del contenuto a livello di dominio – 5.21%
Lunghezza del nome di dominio, estensione, tempi di risposta HTTP, etc.
Questo è tutto la parte SE (motore di ricerca) del termine SEO.
La parte O (l’ottimizzazione) è quella in cui le persone scrivono i contenuti curandoli per migliorarli. Gli scopi, anche per la WordPress SEO, sono due:
- Fare in modo che gli utenti che vedono il contenuto siano soddisfatti e felici avendo trovato quello che cercano
- Fare in modo che i motori di ricerca capiscano il contenuto in modo ottimale
L’ottimizzazione può assumere molte forme. Si tratta di molte cose: assicurarsi che i tag del titolo e le meta descrizioni siano informativi e della giusta lunghezza, puntare i link interni alle pagine importanti e fornire informazioni di qualità, corrette e facili da leggere.
Col tempo l’approccio tecnico alla SEO ha lasciato il passo a quello più sano della cura del contenuto per gli utenti. È infatti chiaro dal suo statement che Google vuole venire in contro prima di tutto ai visitatori, per questo i proprietari di siti dovrebbero assecondare questa inclinazione.
Ma cosa c’entra tutto questo con la WordPress SEO? C’entra in vari modi: prima di tutto perché anche su WordPress siamo chiamati a curare i nostri contenuti, e poi perché è meglio fare in modo di avere una struttura del sito ottimizzata. Per quest’ultima cosa ci vengono in contro i plugin SEO, di cui parleremo tra poco.
Cosa significa curare i contenuti per la WordPress SEO
Ne ho già parlato in un altro articolo, accennando a come la cura del contenuto raccolto da varie fonti possa essere un ottimo modo per rielaborare informazioni già presenti in rete e fornire un valore aggiunto.
La cura del contenuto è quel processo che accompagna la produzione di un contenuto e lo arricchisce in termini di informazioni, aspetto grafico e qualità in generale. Andiamo più in profondità e cerchiamo di capire perché e come curare un contenuto.
Da qui in avanti suppongo che ci troviamo a un punto in cui sappiamo di cosa scrivere, abbiamo una strategia e utilizziamo un calendario editoriale.
Qualità del testo
Il testo di un contenuto che rispetti la WordPress SEO è impeccabile. questo significa nessun errore grammaticale o di forma. Non c’è niente di più irritante che un contenuto scritto male.
Se in un testo si trovano errori di battitura o grammaticali, se vengono utilizzate in modo del tutto scorretto i segni di punteggiatura o se vengono usate parole dialettali in contesti non idonei, l’effetto che si ottiene è quello di un contenuto sciatto e di scarsa importanza.
Scrivere in modo corretto, ovviamente, significa anche utilizzare il registro linguistico giusto per il pubblico a cui ci si riferisce (personas). Le tecniche di WordPress SEO non si devono limitare a sistemare i dettagli tecnici, ma anche la forma e la qualità del contenuto.
Contenuti organizzati per il web
Leggere un contenuto su internet non è la stessa cosa che farlo su una rivista o un libro. Allo stesso modo, scrollare instagram non è uguale a visitare una galleria fotografica e guardare un video su YouTube non è la stessa cosa che un programma televisivo o un film.
A questo proposito ti lascio una recente ricerca del gruppo Nielsen e un articolo del 2013 su Slate intitolato “You won’t finish this article: why people online don’t read to the end”.
La differenza risiede nel medium che stiamo usando e nell’intento che lo spettatore ha nell’utilizzo stesso. Fa parte della WordPress SEO fare in modo che i contenuti che realizziamo siano in linea con il medium che usiamo.
In particolare, un articolo sul web dovrebbe avere una struttura chiara, sezioni relativamente corte, essere organizzato in modo da poter essere scorso senza problemi e fornire anche materiale (audio)visivo.
Nella pratica significa:
- Sezioni da massimo 200 parole
- Uso di titoli (headings) per dividere le sezioni
- Mantenere un’alta leggibilità
- Avere delle immagini
- Offrire risposte dirette alle domande che il lettore potrebbe avere
Nessuna bugia nei contenuti
I titoli clickbait o i testi che sfiorano l’argomento del titolo e poi trattano di altro, sono dei piccoli tradimenti al lettore.
Bisognerebbe evitare questi stratagemmi, quando si tratta di scrittura di un testo. Ma attenzione, non sempre queste divergenze tra aspettativa e contenuto sono intenzionali.
Può capitare, infatti, che si incominci a scrivere di un certo argomento ma si finisca poi a parlare di tutt’altro, senza accorgersene, in un naturale slittamento degli argomenti. In una chiacchierata è del tutto normale, ma in un testo informativo, no.
È più difficile che capiti in contenuti tecnici, ma il rischio è davvero dietro l’angolo per i temi di ampio respiro.
Questo non va bene. Se io apro un articolo che si intitola “I giovani e i social network” e poi mi ritrovo più del 50% del contenuto che tratta del rapporto tra i giovani e la scuola, allora non è stato centrato il punto.
Per quello che riguarda la WordPress SEO la cosa importante è che ci sia concordanza tra titolo e contenuto, quindi tra la promessa fatta al lettore con il titolo e il contenuto che gli si offre.
Materiale aggiuntivo
Un altro elemento indispensabile per un buon contenuto WordPress SEO è la disponibilità di materiale grafico e di approfondimenti.
Per la grafica, possiamo individuare due tipi di materiale: indispensabili (immagini, infografiche o tabelle) o accessorie (immagini e foto di accompagnamento che non contengono informazioni aggiuntive).
Avere questo tipo di materiali aggiuntivi nei propri contenuti è utile a tenere il lettore sulla pagina. Questo è un dato che Google considera come segno di interesse per il contenuto stesso.
Connessioni tra i contenuti
In questo ultimo punto che riguarda la qualità dei contenuti WordPress SEO, non possiamo tralasciare l’importanza dei collegamenti tra i contenuti.
Come ho specificato anche in un video che trovi sul canale YouTube, la struttura del sito è data dai collegamenti e se questi sono fatti bene indicano che chi gestisce i contenuti conosce l’argomento. Questo aumenta l’autorità del sito e aiuta nel posizionamento.
Se ti chiedi quale sia il modo migliore per gestire i link, oltre ai plugin SEO che citerò tra poco, ti consiglio di valutare Link Whisper. Questo plugin, non semplicissimo da usare, ti può aiutare a tenere sotto controllo la struttura del tuo sito.
Infine, ricorda di gestire i contenuti in modo ottimale utilizzando strategia, calendario editoriale e una struttura a silo del tuo sito.
Come un plugin WordPress SEO può aiutarti
Come abbiamo visto, ci sono molte cose da considerare quando parliamo di cura dei contenuti, sia per il singolo articolo che per un sito intero. È facile perdere traccia di quello che si dovrebbe fare, scordare di aggiungere una certa parola chiave, non riuscire a immaginare la struttura del sito.
Un plugin come Yoast SEO e Rank Math possono aiutarci fornendo statistiche specifiche sul sito e sul testo che stiamo scrivendo. Ma attenzione a non rimanerne succubi.
All’inizio ho specificato che Google non ha mai rilasciato nel dettaglio quali regole usano per indicizzare i contenuti. Questo significa che nessuno sa con precisione esatta quale sia la perfetta densità per le parole chiave o quanto lungo dovrebbe essere un articolo.
I plugin citati sopra operano a due livelli, uno generale su tutto il sito e uno specifico per il contenuto che stiamo scrivendo.
WordPress SEO del sito
Tutte quelle operazioni come la compilazione e l’invio della mappa del sito, l’aggiunta dei metadati corretti alle pagine, la gestione di come un articolo possa apparire nei risultati di ricerca, etc., sono nelle mani dei plugin SEO.
Ovviamente l’utente ha il pieno controllo dei dati utilizzati.
Questa parte dei plugin è indispensabile e non si può raggiungere lo stesso risultato in modo semplice con WordPress.
SEO del contenuto
Quando si tratta di scrivere i contenuti, invece, i due plugin si comportano in modo analogo: forniscono delle semplici statistiche e indicano quando queste siano in linea con le best practice SEO.
Significa che un articolo scritto male, potrebbe ricevere un ottimo punteggio, perché la posizione delle parole chiave è statisticamente ben fatta.
Consigli non regole
Per usarli in modo ottimale, dovremmo considerare le funzioni dei plugin per la scrittura degli articoli come una serie di consigli.
Non è una regola la quantità di volte in cui la parola chiave va ripetuta, così come non è una regola che debba essere presente nei titoli. Sono solo consigli che vanno valutati facendosi una domanda semplicissima: questa operazione è utile per il mio lettore?
Per esempio, nonostante sia sconsigliato da Yoast, ci sono dei casi in cui avere dei paragrafi molto lunghi è utile. In altri casi, potrei voler scrivere un contenuto molto tecnico e complicato che riceve un punteggio di lettura pessimo. Fintanto che i miei utenti sono soddisfatti, non ho da preoccuparmi riguardo a quello che Yoast o Rank Math dicono del mio contenuto.
Ricorda inoltre che Google non sa nulla di cosa usi sul tuo sito WordPress per la SEO. Il crawler del motore di ricerca legge solo i file prodotti che sono HTML, CSS e JS. Per quello che ne sa Google potresti aver scritto quei file a mano.
Questo significa, per altro, che Google non sa quali parole chiave hai impostato per i tuoi contenuti. Quello che fa è dedurle da ciò che hai scritto. Un testo scritto male quasi sicuramente si posizionerà per parole chiave non prese in considerazione.
Approccio ai contenuti
Concludendo, la cosa migliore che tu possa fare per la SEO sul tuo sito è impostare un plugin per la gestione dei metadati e della mappa del sito.
È bene conoscere le best practice SEO, capire quello che i tuoi lettori vogliono e poi darglielo, a prescindere da quello che dice il plugin.
L’approccio corretto da avere alla WordPress SEO è quello di focalizzarsi sull’utilità del contenuto, studiare la strategia migliore, le parole chiave da utilizzare e curare i contenuti in modo che siano ottimizzati come abbiamo visto prima.